Ho messo via il dover sempre fare qualcosa. Ho messo via i maglioni a trecce di lana e la tuta da neve tanto abbiamo capito lo sci non fa per me non solo in quarantena.
Ho messo via la sveglia delle 8:05 sull’Iphone. Tanto il mio orologio interiore squilla sempre prima ormai.
Ho messo via i biglietti dei Subsonica e quelli per Willie Peyote. Per ora. Solo per ora.
Ho messo via tutti i reggiseni del cassetto e sperimentato la libertà dagli elastici stretti.
Ho messo via il superfluo: soprammobili, pensieri, rabbia e semplificato il mio essere.
Ho messo via l’idea che l’erba del vicino è sempre più verde.
Ho ripreso la benedetta gioia. La passeggiata vicino alle onde.
Ho ripreso i vecchi libri e progetti lasciati a metà. Ho ripreso a studiare e a sperimentare. Ho visto gli occhi della mia mamma e i sorrisi dei piccoli di casa.
Ho ripreso le camicie fresche di lino e le Birkenstock. Ho ripreso i bicchieri per l’aperitivo in balcone e accesso le lucine per fare atmosfera.
Ho ripreso il basilico e il timo per la pasta fredda.
Ho ripreso l’amore per i fiori, per l’aria fresca sul viso. Per le stelle che ora sono più luminose. Per il silenzio. Per la bici prima di cena.
Ho ripreso la paura del domani e del prossimo e la voglia di superare le mie paure. Ho ripreso la voglia di nuovi inizi e di cambiare.
Ricomincio piano piano con il cuore pieno. Di paure, di pensieri, di incertezza. Di voglia di farcela, di vivere e rivivere, di respirare anche con delle mascherine. Di tornare a pensare che prima o poi sarà tutto fantastico. Credere nel cambiamento che c’è stato fuori e dentro di noi. Abbiamo tutti cambiato pelle e anima nessun escluso. Come i primi amori, le prime delusioni, i primi traguardi che ti rendono alla fine ciò che sei. Per la prima volta abbiamo scoperto che dai noi dipende il bene degli altri. Abbiamo scoperto la parola comunità.
Non siamo soli. Ed è una grande responsabilità.